Temperature gelide, vetrine addobbate, strade illuminate, guanti e cappellini preannunciano l'imminenza del Natale. Secondo alcuni sondaggi un italiano su tre spenderà in media 50-60 euro di doni per amici e parenti.Tuttavia le ultime stime fatte danno i consumi al -7,5% rispetto allo scorso anno.
La festività natalizia che da secoli appassiona, affascina e stupisce adulti e bambini di tutte le generazioni sembra negli ultimi decenni essere lo scenario di un consumismo sempre più elevato. Pubblicità e vetrine propinano a tutte le ore del giorno nuovi e innovativi oggetti che sarebbero perfetti regali natalizi.
In regime di crisi si risparmia su tutto tranne che per i regali dei bambini: crescono, infatti, anche se di poco, il settore dei giocattoli e quello dell'abbigliamento per ragazzi. È inevitabile, quindi, pensare a un vero e proprio business natalizio che in questo momento dell’anno in particolare porta a un consumismo di massa che riesce a coinvolgere ogni individuo.
Ma come mai, il valore vero e proprio di questa festa e stato sostituito dal desiderio di un periodo vacanziero? Come può il Natale essersi ridotto a un’occasione di ricevere e scambiare dono con amici e parenti ?
Questo eccessivo consumismo porta inevitabilmente a mettere in secondo piano il vero significato della festività. Basti pensare a come, con gli anni, si siano perse gran parte delle tradizioni che da sempre simboleggiano il vero Natale, come per esempio l’uso di allestire il presepe che è stato sostituito dal famosissimo albero di Natale. Il fatto più sorprendente riguarda i bambini che, una volta credevano nelle figure del caro vecchio Babbo Natale e delle brutta e antipatica Befana e sapevano di ricevere i doni in base alle buone e alle cattive azioni compiute. Adesso, invece, la maggior parte dei fanciulli sa benissimo che entrambi i personaggi sono solo il frutto di una finzione risalente a secoli e secoli fa. È quindi a questo che si è ridotta la festività del Natale: la grande tradizione, il presepe e la messa notturna hanno lasciato il posto al consumismo, nell’era del cenone e dei regali che caratterizza il ventunesimo secolo.
Wild
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